Come organizzazione “no-profit”, Sahaja Yoga ha proposto la meditazione come strumento capace di migliorare la qualità della vita anche all’interno di realtà sociali quali la scuola, il mondo del lavoro, ospedali, carceri, etc.
Nelle scuole
Al giorno d’oggi lo studente è sottoposto ad una forte pressione. Egli si trova a competere in un ambiente molto aggressivo. Questo provoca preoccupazioni che risuonano nella sua testa come pensieri tipo: “devo lavorare sodo, devo essere superiore agli altri, devo costruirmi una carriera, avrò un lavoro?”
Con l’aumentare delle preoccupazioni, i pensieri spostano la sua attenzione da uno stato d’equilibrio ad uno sempre più disturbato.
Preoccupandosi troppo, ci si perde nei propri pensieri e si cade nella palude della depressione e della frustrazione. Una persona così soffre di perdita della memoria, la sua attenzione diventa vacillante, il suo umore diventa facilmente irritabile, il suo temperamento brusco e ansioso. Quando la nostra attenzione non è centrata non riusciamo a ricordare nulla. In una situazione protratta questo può avere una ripercussione sullo stomaco e sulla digestione, provocando molti problemi psicosomatici.
I genitori in Sahaja Yoga sono preoccupati, come tutti i genitori, che i propri figli, nel passaggio dall’infanzia all’età adulta, possano cadere durante il loro cammino, vittime della pressione dei loro compagni, delle droghe, della violenza e dell’immoralità. Usiamo le tecniche di Sahaja Yoga per aiutare i nostri figli ad essere equilibrati, attenti, in buona salute e consapevoli di se stessi. Non appena loro crescono, noi gli insegniamo come meditare e come comprendere il sottile lavoro interiore del loro sistema energetico, per riconoscere lo stato di equilibrio e di non equilibrio. Gli insegniamo come comportarsi con i propri squilibri interiori e come assumersi la responsabilità dei propri stati d’animo e della propria consapevolezza.
Ci siamo resi conto di conseguenza, che i bambini che praticano Sahaja Yoga sviluppano un profondo rispetto per la bontà, per il senso pratico e per l’onestà. Essi sanno conservare, anche molto tempo dopo l’infanzia, un’attitudine brillante e positiva verso la vita, nel periodo in cui i propri coetanei cominciano a mostrare segnali di esplicito cinismo e disillusione.
Sahaja Yoga è insegnato nelle scuole e negli asili da oltre 20 anni
Noi non possiamo cambiare immediatamente la situazione esterna ma possiamo cambiare noi stessi dall’interno. Perché cercare all’esterno una soluzione che risiede dentro di noi? Di seguito riportiamo una serie di miglioramenti che uno studente può sviluppare con la pratica della meditazione di Sahaja Yoga:
Il fegato si rinfresca dal calore eccessivo provocato dalle tensioni mentali e di conseguenza il nostro temperamento diventa più rilassato
Dato che la nostra attenzione migliora possiamo comprendere meglio le lezioni
Migliora la memoria, consentendo di ricordare più facilmente quello che abbiamo imparato
Migliora anche lo stato di salute fisico
Scompaiono mal di testa, nervosismo, depressione, mancanza di auto-stima e inquietudine
La creatività è potenziata. Se si è portati nel disegno, nel canto o nella musica, si possono raggiungere livelli di abilità molto elevati
Ma la cosa più importante è che si diventa persone serene e gioiose
Molte persone che vengono in Sahaja Yoga affermano che i propri figli hanno difficoltà nello studio. Gli viene così spiegato che una volta essi avranno raggiunto la Realizzazione del Sé, il loro cervello sarà illuminato. E’ successo infatti che molti bambini, considerati senza speranza, siano diventati molto brillanti nello studio.
Nelle carceri
Sahaja yoga è penetrata anche nel doloroso mondo della detenzione, grazie alla sensibilità dell’avvocato Angelo Marroni, Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, figura istituzionale che tra l’altro si occupa dell’armonico inserimento dei detenuti nella società. Il suo appoggio ha permesso di svolgere corsi di meditazione negli Istituti di pena di Velletri e Latina.
I corsi si sono svolti nei reparti più problematici (politici,criminalità organizzata ecc.) a favore di detenuti esclusi da varie attività carcerarie e quindi condannati alla più deleteria inerzia. I risultati sono stati testimoniati da scritti, redatti dagli stessi detenuti, che hanno riscontrato una maggiore serenità individuale e migliori rapporti collettivi. Il Garante auspica la continuazione dell’esperienza che ha prodotto largo consenso agli addetti alla vigilanza e alle maestranze civili dei vari istituti di pena.